“Gesù, riposati sul mio cuore”

 

… Mi ero offerta vittima d'espiazione. E da vittima di espiazione dovevo vivere. Non voleva, non poteva parlare. Non voleva, non poteva farmi sentire che era lì e che mi aiutava solo con l'essere lì. Ma questa sua apparente inerzia, questo suo dormire, nell'ora in cui la tempesta scuoteva in mille modi la mia navicella, non diminuiva il mio amore per Gesù. E in questo era il mio conforto.
Lo amavo sola, con la massima delle fiducie. Gli dicevo:

 

«Tu non parli, Tu non ti muovi in me, ma so che sei lì ugualmente, che mi senti, che mi vedi.
Ti amerò io doppiamente, per me e per Te, parlerò io per empire le pause del tuo mutismo, agirò io mentre Tu stai immoto.
Non t'ho mai amato tanto come ora che non ricevo nulla da Te, nulla per i miei sensi umani, nulla per i miei sensi sovrumani.
So che quello che Tu non mi dai, ora per ora, io lo troverò tutto in Cielo, versato da Te nella divina banca dei Cieli e aumentato del cento per uno poiché Tu, Amore mio, sei un banchiere di una prodigalità senza pari ».

 

Gli dicevo:

 

«Povero Gesù! Forse sei stanco.
Bussi alla porta di tanti cuori per entrare e riposare la tua divina stanchezza di Pellegrino che non ha dove posare il capo, poiché tua delizia è non stare nei Cieli ma stare fra gli uomini che hai ricomprati col tuo dolore. E nessuno ti vuole accogliere.
Hanno già la casa del cuore piena delle sollecitudini terrene... Tu sei lo sconosciuto e, all'apparenza, si capisce subito che non porti ricchezze umane, onori terreni. Perciò ti chiudono la porta in faccia, se pure non ti escono contro coi mastini e coi randelli per cacciarti di più. E Tu sei stanco...
Hai trovato un ricovero in un povero cuore che è tutto aperto a riceverti e ti sei addormentato con la tua afflizione nel cuore.
Dormi, Gesù. Il sonno ci smemora da ciò che dà dolore. Dormi e riposa.
Rimani Tu, come Padrone di casa, della mia povera casa del cuore, mentre io vado in giro per Te, a cercarti dei cuori, a dire Chi sei...
Fa' il tuo comodo, Amore mio. Io farò il meno rumore possibile per non svegliarti, non avrò neppure un gemito se qualche cosa mi ferirà...
Mi accontento di poterti servire lavorando per Te, di poterti amare senza che Tu me lo impedisca, di poterti contemplare, o divina Bellezza, mentre dormi nel mio cuore».

Non ho mai amato così sovrumanamente Gesù come mentre Egli non ricambiava il mio amore sensibilmente... »

 

i