QUALE É IL GRADO DI ATTENDIBILITÀ DI MARIA VALTORTA ?1

   

1. La mentalità razionalista di molti teologi e uomini di Chiesa.

Ormai da vari decenni, sotto l’incalzare imponente dell'eresia modernista, molti teologi hanno smesso di credere alla Resurrezione di Gesù giudicata impossibile persino ad un Dio.
E ciò non solo perché appare contraria alle leggi fisiche della natura ma anche perché Gesù da molti di costoro non viene nemmeno più considerato l’incarnazione di un Dio che si fa uomo ma semplicemente un uomo, un grande uomo che ha creduto di essere un ‘Dio’.
Potete ora dunque capire - nonostante il famoso miracolo del sole rotante dato dalla Madonna a Fatima di fronte a circa settantamila persone come prova della veridicità dei fatti - come mai possano esserci stati tanti dubbi da parte di taluni importanti uomini di Chiesa su quelle apparizioni ed in particolare sulle sue rivelazioni ai tre pastorelli (di cui due peraltro già recentemente beatificati), e come in ultima analisi ci possano essere dubbi da parte degli stessi anche sulle rivelazioni ad una mistica come Maria Valtorta che non ha assistito solo ad 'alcune' apparizioni e rivelazioni ma ad una loro serie lunghissima.
La prima reazione dei ‘razionalisti’ di fronte ai fenomeni mistici è che si tratti di fenomeni… psichiatrici.

La Psicanalisi – ed i teologi modernisti sono seguaci di Freud al punto che parlano dei fenomeni mistici in termini psicanalitici, anzi psichiatrici – considera come psicopatologiche le visioni dei più grandi santi, a cominciare dall’ultimo, Padre Pio da Pietralcina, che aveva le visioni e per di più le stigmate.
Agostino Gemelli, padre agostiniano, medico, psicologo e consulente del Sant’Uffizio - fu invitato negli anni venti a visitare Padre Pio per un esame clinico delle sue stigmate.

Egli era però privo della prevista autorizzazione scritta del Sant’Uffizio, e Padre Pio rifiutò sdegnosamente la visita, di cui egli aveva intuito pregiudizi e finalità.
Padre Gemelli anche senza la visita, cioè 'ad occhio', espresse comunque al Sant’Uffizio la sua diagnosi: ‘psicopatico, autolesionista ed imbroglione’!
L’inchiesta si concluse con l’invito della Chiesa ai fedeli a non considerare come sovrannaturali le manifestazioni ‘psichiatriche’ certificate dal Gemelli. A Padre Pio venne vietata la celebrazione della Messa in pubblico e l’esercizio della Confessione. Le restrizioni vennero poi revocate anni dopo ma Padre Pio fu poi sottoposto ad ulteriori indagini da parte di Giovanni XXIII, senza però che si trovasse nulla.
Padre Pio morì nel 1968 e sotto Papa Giovanni Paolo II venne proclamato prima Beato e poi Santo nel 2002.
Questo è il triste destino dei mistici, considerati dalla Psicanalisi atea come soggetti ‘isterici’, vittime di disturbi ‘istrionici’ della personalità associati a disturbi di trance ‘dissociative’.
Cosa si poteva allora dire di una piccola sconosciuta Valtorta che aveva scritto nel silenzio e nell’anonimato più assoluto oltre quindici opere di altissimo livello letterario e teologico e soprattutto aveva descritto minuziosamente le visioni con relativi dialoghi dei tre anni di vita pubblica di Gesù e degli apostoli?
Fu più fortunata di Padre Pio, perché nel mettere all’Indice con decreto la sua Opera, che evidentemente le gerarchie – come già fatto con Padre Pio - non volevano ammettere come un fenomeno soprannaturale, il giudizio (peraltro non contenuto nel decreto) fu riportato in una nota a parte, anonima, apparsa su ‘L’Osservatore Romano’ dal titolo: UNA VITA DI GESU’ MALAMENTE ROMANZATA!

Ora, anche di Maria Valtorta - i ‘personaggi’ alla Gemelli - potrebbero dire, e lo hanno detto, che i suoi non sono fenomeni di ispirazione soprannaturale ma semmai ‘paranormale’, anzi problemi ‘isterici’ e ‘fenomeni  dissociativi della personalità’. É del resto la stessa cosa che costoro, non credendo alla Resurrezione e al resto che ne consegue, se potessero direbbero anche di Gesù, visto che Egli aveva la ‘pretesa’ di vedere Dio, parlare con Dio, anzi credersi addirittura figlio di Dio...».

 

2. Le spiegazioni date dal Gesù 'valtortiano' in merito alle motivazioni dell'Opera della mistica, la presa di posizione contraria del Santo Uffizio in merito alla pubblicazione della stessa ed il giudizio invece favorevole di Papa Pio XII e di altri illustri personaggi della Chiesa.

Il Gesù valtortiano, alla fine della sua Opera2, dettò alla mistica con precisione la ragione e gli scopi di quelle eccezionali rivelazioni che in estrema sintesi possono qui riassumersi come un aiuto straordinario e misericordioso – in un momento di grande difficoltà per la Chiesa – atto a fornire argomenti per combattere il modernismo che avrebbe sempre più corrotto la Chiesa, per difendere la sovrannaturalità dei dogmi, la divinità di Cristo vero Dio e vero Uomo, la dottrina di Paolo e Giovanni, la sua scienza illimitata perché perfetta, la natura perfetta della sua Dottrina che non si è formata quale è attraverso successive trasformazioni ma tale è stata data fin dall’inizio. Un aiuto, ancora, per risvegliare sacerdoti e laici, per dare ai maestri di spirito e direttori di anime i sostegni necessari, per restituire alla verità le figure di Gesu, di Maria e tante altre cose ancora.
L’Organo del Sant’Uffizio, per ragioni che non è mai stato possibile capire con chiarezza, pareva essere contrario alla richiesta di autorizzazione alla pubblicazione dell’Opera avanzata dai Padri Serviti che all’epoca avevano assistito l’inferma.
Lei si era offerta a Gesù quale anima vittima d’amore, piccola ‘corredentrice’. Paralizzata da anni, i Padri Serviti le portavano giornalmente l’Eucarestia e trascrivevano nel contempo a macchina i manoscritti con la descrizione di visioni e dialoghi di vita evangelica di Gesù.
I suoi due direttori spirituali provarono allora ad aggirare l’ostacolo cercando di arrivare direttamente al Santo Padre, Pio XII. Ci riuscirono grazie ai buoni uffizi di Mons. Francesco Norese, archivista della Segreteria di Stato, che procurò anche un’udienza concessa il 26 febbraio 1948 a P. Romualdo M. Migliorini e P. Corrado M. Berti, accompagnati dal loro Priore, il P. Andrea M. Cecchin.
Nell’Opera ‘Pro e contro Maria Valtorta’ (di Emilio Pisani, pagg.11 e 12, Centro Editoriale Valtortiano, 2002) in merito a tale udienza si legge fra l’altro:

«Il Papa mostra di aver preso conoscenza dell’Opera e dà un consiglio lapidario: ‘Pubblicatela così come è’. Gli viene sottoposto il testo di una Prefazione, dove si parla esplicitamente di fenomeno soprannaturale, ma egli lo disapprova e aggiunge: ‘Chi legge quest’Opera capirà”».

Vi si legge inoltre che il Sant’Uffizio, subito dopo questa udienza, nel 1949, frenò ogni iniziativa di Padre Berti volta alla pubblicazione dell’Opera, e quando -ciò nonostante- anni dopo l’opera venne stampata, la reazione del Sant’Uffizio –nel 1959- fu conseguente: la messa all’Indice!
Il Card. Ottaviani, che presiedeva il Sant’Uffizio, era del resto conosciuto per carattere e fermezza tanto da meritarsi l’appellativo di ‘carabiniere della Chiesa’.

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Ma colui che era pur suo amico, Gabriele Roschini, mariologo famoso, Professore alla Pontificia Facoltà Teologica ‘Marianum’, dopo aver letto nel 1972 l’Opera, pubblicò un volume dal titolo ‘La Madonna negli scritti di Maria Valtorta’, nella cui Presentazione egli stesso ebbe a scrivere (i grassetti sono i miei):

«E’ da mezzo secolo che mi occupo di Mariologia: studiando, insegnando, predicando e scrivendo. Ho dovuto leggere perciò innumerevoli scritti mariani, d’ogni genere: una vera ‘Biblioteca mariana’.
Mi sento però in dovere di confessare candidamente che la Mariologia quale risulta dagli scritti, editi ed inediti, di Maria Valtorta, è stata per me una vera rivelazione. Nessun altro scritto mariano, e neppure la somma degli scritti mariani da me letti e studiati, era stato in grado di darmi, del Capolavoro di Dio, un’idea così chiara, così viva, così completa, così luminosa e così affascinante: semplice e insieme sublime’. Tra la Madonna presentata da me e dai miei colleghi (i Mariologi) e la Madonna presentata da Maria Valtorta, a me sembra di trovare la stessa differenza che corre fra una Madonna di cartapesta e una Madonna viva, tra una Madonna più o meno approssimativa e una Madonna completa in ogni sua parte, sotto tutti i suoi aspetti…».

Roschini prosegue poco dopo dicendo:

«É bene, inoltre, che si sappia che io non sono stato un facile ammiratore della Valtorta. Anch’io infatti sono stato, un tempo, tra coloro che, senza una adeguata conoscenza dei suoi scritti, hanno avuto un sorrisino di diffidenza nei riguardi dei medesimi.
Ma dopo averli letti e ponderati, ho dovuto – come tanti altri – concludere: ‘Chi vuol conoscere la Madonna (Una Madonna in perfetta sintonia col Magistero ecclesiastico, particolarmente col Concilio Vaticano II, con la Sacra Scrittura e la Tradizione ecclesiastica) legga la Mariologia della Valtorta!’
A chi poi volesse vedere, in questa mia asserzione, uno dei soliti iperbolici «slogan » pubblicitari, non ho da dare che una sola risposta: «Legga, e poi giudichi!...».

Del resto il 6 maggio 1992, con una sua lettera Prot. N. 324/92, l’allora Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, Dionigi Tettamanzi, motivando in premessa la sua lettera a seguito delle frequenti richieste di parere che giungevano anche alla sua Segreteria circa l’atteggiamento dell’Autorità ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, scrive con fare gentile e direi anche cordiale all’Editore (i grassetti sono i miei):

 

Stimatissimo Editore,
in seguito a frequenti richieste, che giungono anche a questa Segreteria, di un parere circa l’atteggiamento dell’Autorità ecclesiastica sugli scritti di Maria Valtorta, attualmente pubblicati dal ‘Centro Editoriale Valtortiano’, rispondo rimandando al chiarimento offerto dalle ‘Note’ pubblicate da ‘L’Osservatore Romano’ il 6 gennaio 1960 e il 15 giugno 1966.
Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizio alla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un’eventuale ristampa dei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le ‘visioni’ e i ‘dettati’ in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente forme letterarie di cui si è servita l’Autrice per narrare, a modo suo, la vita di Gesù.
Grato per questa collaborazione, Le esprimo la mia stima e Le porgo i miei rispettosi e cordiali saluti.


+Dionigi Tettamanzi
Segretario Generale

 


 

Anche senza essere raffinati esegeti sembra di capire che sarebbe bastato che l’Editore accettasse di scrivere chiaro con poche parole in premessa che l’Opera non potesse essere ritenuta di ispirazione soprannaturale per risolvere ‘amichevolmente’ la ‘controversia’ e considerarne la lettura come ‘autorizzata’, lettura che mai avrebbe dovuto essere autorizzata se invece l’Opera avesse avuto contenuti contro la morale e la Fede, casi nei quali mai la Chiesa approva scritti del genere, anche se questi non rivendicano una origine soprannaturale, perché la Chiesa ne valuta la sostanza.
L’Editore non se la sentì di accettare anche se – penso io - l’accettazione di quella proposta avrebbe potuto rappresentare una fortuna editoriale di vendite in tutto il mondo.
L’Opera ‘L’Evangelo come mi è stato rivelato’ (in dieci volumi, prima conosciuta come ‘Il Poema dell’Uomo Dio’) nonostante quella antica messa all’Indice si è però comunque diffusa silenziosamente in tutto il mondo – insieme ad altre opere dell’Autrice - tradotta nelle più svariate lingue, incluso il cinese e il giapponese.

 


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Gabriele Maria Allegra, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori, missionario in Cina e biblista, ha tradotto l’intera Bibbia in lingua cinese ed ha fondato lo Studio Biblico di Pechino, poi trasferito a Hong Kong. Morto nel 1976 ad Hong Kong, dove dopo appena otto anni venne aperto il processo per la sua beatificazione, ebbe a scrivere la seguente lettera al sinologo P. Fortunato Margotti, suo confratello, che gli aveva fatto conoscere l’Opera di Maria Valtorta (i grassetti sono i miei):

Ave Maria. Hong Kong, lì 30 luglio 1965

Carissimo Fortunato,
vorrei per un istante solo trovarmi a Roma per prendere le sue orecchie e tirargliele proprio forte forte come quando una volta si scioglievano le campane la mattina del Sabato Santo! Ma sa che il Poema di Gesù mi ha distaccato dagli studi della Sacra Scrittura? E mi fa piangere e ridere di gioia e di amore. Ma non continuo! Non credo che un genio possa completare così la narrazione evangelica: digitus Dei est hic! Altro che Formgeschichtemethode! Io sento in questo libro il Vangelo, o meglio il profumo inebriante del Vangelo. E sono superbo che tante – non tutte – tante ipotesi corrispondono a quelle che nella mia testa mi ero fatto per coordinare la vita del Salvatore. Ma solo a voce potrei parlare di ciò. Questo libro è per me un atto di divina misericordia per la Chiesa, per le anime semplici, per i cuori che sono evangelicamente fanciulli. Spero che il solerte editore nell’ultimo volume vi aggiunga un bell’Indice, almeno per i nomi propri.
E ora, caro P. Margotti, giacché mi sta facendo fare questo peccato di negligenza per il mio dovere, e giacchè, quel ch’è peggio, io ho tutta la voglia di commetterlo per intero, stia all’erta e mi mandi gli altri volumi tutti, e se trovasse qualche schizzo biografico di Maria Valtorta me lo mandi pure, ché conoscere la testimone vuol dire tanto. E Norberto pagherà, paga per tanti altri miei capricci, dovrà per prepotenza pagare per il Poema dell’Uomo-Dio!
Ora termino perché voglio tornare al quarto volume di esso… è irresistibile: Maestro benedetto, e che sarà quando lo vedremo?
Se non mi converto questa volta ho bell’e visto: sono peggiore di Giuda!
Mi ossequi il caro P. Alessio e gli altri confratelli di ‘Sinica Franciscana’.
L’abbraccio fraternamente, suo dev.mo


Fr. Gabriele M. Allegra

 

Volendo dunque dare una risposta ragionevole al quesito sulla attendibilità delle visioni di Maria Valtorta dovremmo – oltre che in prima istanza leggere direttamente l’Opera per rendercene personalmente conto - concederle una adeguata credibilità a meno che non vogliamo mettere in dubbio quantomeno l'autorità intellettuale e morale di personaggi come Papa Pio XII, Padre Gabriele Roschini, Padre Gabriele Maria Allegra e molti altri illustri personaggi qui non citati per brevità,  che si sono espressi in maniera lusinghiera sulla soprannaturalità dell'Opera di Maria Valtorta.

 


 

1 Brano tratto dal Cap. 2 dell'Opera 'Azaria' di Guido Landolina.

2 Maria Valtorta:  'L'Evangelo come mi è stato rivelato' - Vol. X, Cap. 652: Commiato all'Opera - 28 aprile 1947  - Centro Ed. Valtortiano, 2001