Jerasa

Jérash (Gérasa)


Il doppio enigma

(foto estratta dal sito Jorge Tutor Travel Photography)


La città di Gerasa, oggi Jérash in Giordania, è citata indirettamente nel Vangelo. Per lo stesso episodio, l'espulsione della "legione" di demoni in un gregge di porci, gli evangelisti parlano sia del "paese dei gadareni", sia del paese dei "geraseni". Perché questa differenza?
Gerasa è abbondantemente descritta in Maria Valtorta. Ora, all'epoca in cui ella scrisse il "Vangelo, come mi è stato rivelato" (1943-1945), lei non era in misura di descrivere così precisamente una città messa allo scoperto solo ulteriormente dagli scavi archeologici. È forse una coincidenza?
Gerasa pone dunque un doppio enigma, uno per il Vangelo, l'altro per l'opera di Maria Valtorta.

L'enigma archeologico

La città di Gerasa è stata localizzata da Ulrich Jasper Seetzen nel 1806. Egli compara le vestigia che scopre a quelle di Palmira o di Baalbek, e si "stupisce" che un luogo così magnifico, abbia potuto sfuggire per così lungo tempo alla conoscenza degli appassionati di Antichità. In effetti, è un luogo che nessun crociato, pellegrino o biblista poteva ignorare in quanto si trova in una regione "trafficata".

Queste vestigia resteranno tuttavia ignorate per 122 anni prima che inizino gli scavi durati 4 anni, dal 1928 al 1932. Timidamente, sembra, poiché nel 1950 il teatro romano della città serve ancora da cava per costruire le case di Jérash. Situazione totalmente inimmaginabile con l'esistenza di un cantiere di scavi generalizzati di un tale gioiello. Gerasa è in effetti la città meglio conservata e congegnata delle città della Decapoli.
Il servizio delle Antichità di Giordania riprende gli scavi nel 1948 e, dal 1982, il sito è sistematicamente messo a giorno dalle missioni inglese, americana, australiana, polacca,francese e spagnola nel quadro del Jerash International Project, elaborato e in gran parte finanziato dalla Giordania.

È allora che la rivista "Archeologia" pubblica, nel 1987, un reportage su questo cantiere di Gerasa. Quel che si scopre corrisponde alle descrizioni riportate da Maria Valtorta 37 anni prima nelle sue visioni.
Visione? Coincidenza non probante e non significativa? Forse, ma in questo caso l'opera di M. Valtorta ne è ornata, il che diviene imbarazzante.
Reminiscenza di letture? Ma la Valtorta, inferma, poteva, al massimo, leggere i resoconti di un cantiere di scavi nella sua fase iniziale. Il 1948 è in effetti l'anno in cui il servizio delle Antichità della Giordania riprende gli scavi, ma è anche l'anno in cui il manoscritto completo è presentato a Pio XII. In quel tempo le pietre del teatro romano di Gerasa continuavano a servire come materiale di costruzione.
L'internauta può dunque farsi la sua propria opinione comparando ciò che ne dice Maria Valtorta nei capitoli da 4.287 a 4.290 con lo stato attuale delle conoscenze: vedere per questo il sito  Biblelieux.com, oppure Jorge Tutor Travel Photography, ma soprattutto l'articolo di Jacques Seigne, Direttore di ricerca al CNRS.

I posseduti… di Gadara o di Gerasa?

Questa città è direttamente citata nel Vangelo a proposito della guarigione dei posseduti che vivevano nelle tombe e i cui demoni "legioni", mandati nel gregge di porci, si precipitarono nel lago di Tiberiade e annegarono. (Matteo 8,28-34 - Marco 5,1-20 - Luca 8,26-39).

Matteo, testimone diretto, parla del paese dei Gadareni, dal nome di Gadara, una stazione termale situata a sud del lago di Tiberiade, ai bordi del fiume Yarmuk. Marco e Luca, redattori indiretti, parlano del paese dei Geraseni. Ora, Gerasa si trova a 50 km più a sud e a 30 dal Giordano.

Secondo Maria Valtorta, l'episodio si situa ben "sull'altro bordo del Mar di Galilea", mail paese è Gamala, la cui situazione "scoscesa e vicino al lago, corrisponde meglio al Vangelo.

I due posseduti si chiamano Demetrio, un romano di Sidone, e Marco, figlio di Giosia, originario di Gerasa. Marco, una volta liberato dalla legione di demoni, diviene un ardente evangelizzatore della sua città, Gerasa, prima di ricadere più tardi nella possessione. Gesù, ripassandovi, trova un terreno preparato a ricevere la sua parola. Vi pronuncia la sentenza: "chi non è con me, è contro di me", e compara l'uomo che ha Dio in sé a uno capace di custodire la sua casa (4.288).

Per noi, dunque, le due appellazioni "paese dei gadareni" e "paese dei geraseni", avrebbe lo scopo di meglio localizzare una regione poco conosciuta, Gamala, in rapporto a un centro più conosciuto: Gadara, uno dei primi citati della Decapoli; o in rapporto a uno dei posseduti celebri: Marco di Gerasa.

 

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