“Benedetto sia il dolore, benedetto sia l’amore”

 

i

… nel 1934, il Venerdì Santo, io fui trapassata dall’amore nel contemplare il mio Gesù sulla croce. Quando potei alzarmi scrissi questa pagine, che dico spesso e specie nelle ore di maggiore soffrire o nel tempo quaresimale:

 

«Egli è l'Uomo dei dolori, il Diletto del cuore mio. Per somigliare a Dio devo soffrire io pure.
A me dunque, a me venite, o care spine, o dolci chiodi; me colpite ché la sposa vuole ornarsi dei gioielli del suo Re.
Vedi come languido è il suo sguardo, come arsa è la sua bocca mentre prega sulla croce per la ria umanità.
Odi tu, cuor mio, la voce mormorare fra i singulti le parole dell'amore?
Quanto è grande il suo dolore! Egli muore per noi e perdona e promette il paradiso e chinando il dolce viso: "Sitio!" dice e attende da noi pietà.
"Alle labbra benedette, al tuo cuore sofferente, quali cure posso darti per calmare l'estremo affanno? Con quale balsamo al tuo petto dare sollievo, o Redentore?"
"Con il tuo fedele affetto e il generoso tuo soffrire”.
Oh! a me, a me venite, dolci spine e cari chiodi! Me cingete, me colpite, me inchiodate al duro legno. Sul mio petto e sul mio cuore posi il capo del mio Re. Col mio affetto e col mio amore voglio tergere il suo  pianto, dissetare la sua febbre, confortarne l'agonia.
Benedetto sia il dolore che mi rende uguale a Te!
Benedetta sia la croce che mi innalza sino al cielo!
Benedetto sia l'amore che dà ali al mio soffrire!
Benedetto sia quel giorno che il tuo sguardo m'ha ammaliata! Più beato sia il momento che a Te m'ha consacrata! Ma serafico è il tormento che mi unisce, o Redentore, alla croce, al dolore, per la gloria, o Dio, di Te!
Oh! a me, a me venite, dolci spine, cari chiodi, me ornate, in me scolpite la sembianza del mio Re.
Vieni, vieni, duro legno della croce, insanguinato; tu solo, a mio sostegno, io voglio cercare quaggiù.
Su nel cielo, fra gli splendori, non più languido e gemente, ma eterno e risplendente, m'attende il Redentore.
A Lui, ornata della croce, cinta il capo di sue spine, consumata dal suo amore, volerò un di.
E fra gli angeli osannanti e serafici fulgori, i tormenti ed i dolori in tante gemme Egli muterà.
Benedetto sia il dolore, benedetta sia la croce, benedetto sia l'amore che in cielo si compirà! »